Buon venerdì! Lo so che è il 17 ma a noi non interessa, giusto?
La scorsa puntata di questa newsletter è stata letteralmente adorata. Non so che dire: la gentilezza ha fatto il suo corso. Grazie anche a te per questo.
Oggi il tema che ti propongo ha molto a che fare con la consapevolezza e l’ascolto. Parliamo di notizie, ruoli, media e di come si può gestire la confusione che ci travolge ogni giorno. Ci sono cose da sapere che riguardano ognuno di noi. In questa puntata te ne dico alcune che trovo possano esserti di aiuto quando vagherai per le notizie d’ora in poi.
Stai seguendo qualche incontro di Bookcity Milano? Se puoi metti in agenda questo:
19 Novembre - “Il lato umano della comunicazione”, evento a più voci organizzato dal mio editore Do It Human. Info qui
Ogni anno intorno a maggio esce il Reuteurs Digital News Report che fotografa il mondo dell’informazione e la relazione con il pubblico di 46 Paesi del pianeta. Dalla sua uscita in poi si animano tante riflessioni. Alcune mi sono servite per scriverti questa mail. Il Report, devo ammettere, non è mai una fonte di notizie straordinarie ma di sicuro fornisce tanti spunti per farsi domande e provare a trovare soluzioni.
Gli ultimi dati (qui li trovi completi) affermano che il 56% delle persone dice di essere preoccupato perché non riesce a distinguere la differenza tra notizie reali e false su Internet. Gli algoritmi, le cui dinamiche sono più conosciute rispetto a qualche anno fa, generano scetticismo così come cresce il timore di essere vittime della disinformazione a causa dei social media. Ne sono preoccupate il 64% delle persone che hanno partecipato allo studio. Cresce la consapevolezza, ti dicevo all’inizio di questa newsletter. Ed per questa ragione che serve avere chiara cosa stia accadendo.
I creator, professionisti che si occupano di generare contenuti, sono diventati una presenza sempre più forte e netta sui social media. Da loro passano spesso commenti, opinioni, informazioni. Personalmente trovo che siano figure di grande preparazione e interesse ma che vadano ben selezionate per evitare di incappare in scivoloni informativi.
Mi sono chiesta quale fosse il loro fascino. E credo di aver trovato una risposta nella profonda ricerca di autenticità soprattutto dalle nuove generazioni. La sensazione diffusa è che le istituzioni consolidate siano inautentiche e che le comunicazioni che arrivano dai piani alti siano in qualche modo guidate da altri interessi. E questo genera enormi complicazioni soprattutto nei più giovani. Ma non solo, a dire il vero.
Facciamo ordine.
Esistono, oggi, tre nuove realtà che si affiancano all’informazione tradizionale. Dove per tradizionale intendo quella che passa da testate riconosciute e giornalisti che vi lavorano.
La prima è quella del giornalismo indipendente che sta generando una grande proliferazione di testate libere di proporre narrazioni differenti. Penso a News48 che abbiamo fondato con il Constructive Network ma anche a Slow News o a EconomiaCircolare.
Poi ci sono gli aggregatori di notizie il cui focus principale è quello di filtrare le notizie prodotte da altri fornendo valore ai consumatori. Google News in testa ma anche Reddit, Feedly o Pocket.
La terza categoria sono i blogger che, pur sembrando un termine quasi antico oggi, accoglie chi sceglie di scrivere a casa propria commentando notizie e riportando riflessioni. In questa categoria ci metto anche le Newsletter di professionisti che hanno il potere di costruire una relazione umana potente con chi la legge.
Come informarsi in modo costruttivo?
Una buona idea è saltellare un po’ qui, un po’ là tra queste categorie. Non dico di tralasciare le testate tradizionali di informazione ma desidero invitarti ad ampliare le tue fonti e ad affezionarti a firme e professionisti che possono allenare il tuo pensiero critico.
Sul filo dell’autenticità.
Senza dimenticare di buttare un occhio anche su Telegram dove, negli ultimi anni, amiamo informarci (9%) e ai podcast che, almeno in Italia, conquistano il 30% delle persone. E Tik Tok? In Italia viene utilizzato dall’8% delle persone per informarsi. (Tutte queste percentuali arrivano sempre dal Reuters Digital Report 2023).
Proviamo a portarci a casa un paio di riflessioni.
La popolarità di queste nuove voci ritenute autentiche e la crescente diffidenza verso le istituzioni è un chiaro invito a umanizzare il lavoro di giornalista o professionista dell’informazione (e delle redazioni!). Il passo successivo è un richiamo ad agire con maggiore umiltà: la trasparenza riguardo ai processi di raccolta e editing delle notizie, la volontà di ammettere gli errori quando, inevitabilmente, si verificano, e una maggiore apertura nel pubblicare non solo ciò che si sa, ma anche ciò che non si sa. Nulla di tutto questo è naturale per le vecchie redazioni giornalistiche. Quelle testate di cui ti parlavo. Ma è importante che diventi una buona abitudine.
E come facilitare tutto questo? Forse come pubblico di riferimento abbiamo un ruolo importante: possiamo scegliere e guidare l’informazione.
Ti lascio così, con questo pensiero.
Buon fine settimana.
Assunta
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Una conferenza
Ho moderato la presentazione della campagna #ZheroGap della Regione Lombardia e dedicata alla disparità di genere sul lavoro. La campagna è stata curata dai ragazzi di Scai Comunicazione: ti lascio il video durante il quale sono stati presentati: un esperimento sociale potente, un corto che fa cambiare punto di vista, pillole ispirazionali. Poi se ti va scrivimi:
Un libro
Conosci la serie “Cose” de Il Post? Io ne sono una vera appassionata. Ti segnalo l’ultima uscita dedicata alle conversazioni di Natale: per arrivare ben preparati, a prova di zio curioso e cugino che sa tutto. Lo trovi qui. (Ma sbircia anche tra gli altri!)
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