Chi l'avrebbe detto che Parigi...
La Ville Lumière, le mie emozioni e l'allenamento dell'empatia. Uniamo i puntini.
Ma ciao! Lo so, la settimana scorsa abbiamo saltato il nostro appuntamento. Parigi mi ha travolta con un turbinio di emozioni pazzesche. Appena atterrata mi sono sentita felice e quando ho cominciato a passeggiare per la città mi sono addirittura commossa. Sì, proprio con la lacrima. Sono rimasta in questa emozione per accoglierla e capirla. Me la sono proprio goduta perché era bella. Bella davvero.
Poi mi sono chiesta cosa l’avesse provocata. Ed è stato allora che è partito un film incredibile fatto da immagini che arrivavano dal mio passato. Io in gita in 5a superiore con i miei compagni, poi io a Parigi per le ricerche per la mia tesi con il mio attuale marito (Ho una laurea in lingue). E subito dopo io nella Ville Lumière che conosco persone che sarebbero diventate speciali per me. E ancora io a Parigi per varie occasioni lavorative stimolanti. Eccola qui la risposta: questa città è parte di me per ciò che rappresenta e significa nella mia esistenza.
Non è straordinario conoscerci meglio attraverso le nostre emozioni?
L’idea per questa puntata della newsletter è nata lì. Tra un vicolo di Montmartre e una sala del Louvre, percorrendo i corridoi di Versailles e assaporando un croque monsieur in una brasserie.
Dai, che ti racconto cosa mi è venuto in mente.
Prima però segnati questo evento in agenda:
Il 27 ottobre a Milano alle 17 con Mariagrazia Villa presentiamo il nostro libro Inversione a U. Come il giornalismo costruttivo può cambiare la società. Siamo nel mio luogo del cuore: Ècate Caffè Libreria - Se sei dei nostri registrati qui.
Sai cosa stai provando?
Ti ho raccontato che questa puntata è nata a Parigi dopo aver sentito e riconosciuto le mie emozioni. Il pensiero è volato subito all’empatia, un termine che sembra essere di gran moda in questi ultimi anni ma che ha un suo valore importante e significativo. Che aiuta a creare relazioni sane.
Come ogni lavoro che coinvolge gli altri non può che partire da noi, così anche per l’empatia è fondamentale fare un viaggio dentro le emozioni. Ciò che rende l'empatia una competenza così potente nelle relazioni è lo sviluppo della capacità di comprendere la situazione degli altri. Anche e soprattutto in ambito professionale.
A volte crediamo che il lavoro non meriti questa attenzione, ma a pensarci bene ne siamo coinvolti per troppo tempo per non prendere in considerazione di renderla un’esperienza piacevole ed evolutiva. Quando faccio corsi di formazione sulla comunicazione interna nelle aziende, mi accorgo dell’esistenza di un blocco quando chiedo ai partecipanti di creare connessione con i colleghi. Li faccio lavorare su questo aspetto ed è incredibile come a distanza di mesi mi arrivino feedback bellissimi su come sia cambiata l’armonia nel team.
Dalle strade parigine ho pensato a due esercizi che condivido spesso e che qui ho reso più adattabili alle diverse situazioni in cui potresti trovarti. Che tu sia alla guida di un team di lavoro o che gestisca una community o che ti trovi a dover risollevare delle relazioni personali, queste abitudini fanno per te.
Momenti alti e bassi
Alla fine di ogni settimana chiedi alle persone di condividere un momento “alto” (motivante, bello, stimolante) e un momento “basso” (complesso, faticoso, deludente) della propria settimana. Lascia che ogni persona possa prendersi lo spazio per raccontare di sé e delle emozioni provate concedendo un tempo equilibrato per tutti. Se non lavori in team ma sei orientato a stimolare l’empatia verso una persona, puoi adattare questo esercizio a un caffè o un pranzo del venerdì, per esempio.
Potrebbe succedere che non tutti si trovino a proprio agio all’inizio. Rispetta i tempi di ognuno e incoraggia a condividere un momento professionale. Nel tempo e con l’abitudine si sentiranno a loro agio.
Check-in delle emozioni
A volte può essere difficile provare empatia nei confronti degli altri semplicemente perché non ci siamo stati attenti. Questo esercizio abitua a identificare le proprie emozioni in modo da provare empatia più facilmente nei confronti degli altri. Quello che mi è accaduto a Parigi, per capirci.
Nel corso della giornata lavorativa invita le persone del team a dedicare cinque minuti del loro tempo a riconoscere cosa provano in quel momento preciso. Prova a fornire domande guida come “Com'è il tuo umore in questo momento e perché?”. Invitali a prendere appunti su quel che emerge e a sentirsi liberi di condividere l’esperienza durante una riunione. Puoi stimolare a questa riflessione anche più volte nella stessa stessa giornata.
Se coinvolgi una sola persona - magari un collaboratore o un collega - procedi allo stesso modo. E visto che ci sei, fallo anche tu 😉
Hai visto cosa fa accadere Parigi?!
Buon fine settimana
Assunta
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Un’intervista.
Con Michela Trada, vice direttrice di News48.it, siamo state ospiti a Radio RVS per raccontare il giornalismo costruttivo e il nostro magazine. Trovi l’intervista qui.
Un articolo.
Ho scritto un editoriale per News48 che parla di relazioni umane nel giornalismo. Te lo lascio qui. Vedrai che cito il Festival delle Relazioni Umane che si tiene oggi, la prossima settimana te ne parlerò.
Un progetto.
Anni fa ho conosciuto Barbara Pozzo, ideatrice del progetto Somebliss, da allora siamo diventate amiche legate dalla passione per la bellezza della vita, la gratitudine e l’umanità. Ti invito a seguirlo perché è un balsamo per l’anima.
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Ho scritto qualche libro sulla gratitudine, la comunicazione e il giornalismo costruttivo: li trovi tutti qui
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