Ciao!
Hai mai provato a fermarti nella tua giornata e a osservare ciò che ti accade intorno? Mercoledì scorso ero in aula. Sto tenendo un corso di formazione sulla comunicazione empatica a delle persone adulte che vogliono ricostruire il proprio percorso professionale. Storie diverse tra loro, fragilità incredibili. E quello sguardo di speranza. Forse con un pizzico di paura, ma di certo non senza la curiosità di voler esplorare.
Durante le lezioni faccio scrivere molto. La scrittura è rivelatrice. Nel silenzio dell’aula loro scrivevano, io osservavo i volti, i gesti, le posizioni del corpo. Mi è parsa così affascinante quella vita che avevo davanti agli occhi che me la porto ancora dentro.
Ho pensato allo sguardo che abbiamo sul mondo. A quanto sia influenzato da ciò che leggiamo, ascoltiamo, vediamo. L’ho pensato perché nella restituzione dell’esercizio di scrittura, le persone in aula hanno condiviso riflessioni che avevano molto a che fare con l’immagine del mondo - e della comunicazione - che alberga in loro.
Accade sempre ma non so perché mercoledì mi è parso più evidente. Non siamo mai le stesse persone, del resto. Cambiamo e ci trasformiamo.
In cosa stai credendo ora?
«Ciò che gli occhi vedono e le orecchie sentono, la mente crede»
Harry Houdini
Questa frase di Houdini mi serve per aprire uno spazio sul tema della percezione della realtà.
Conosci la favola di Hans Christen Andersen “I vestiti nuovi dell’imperatore”? Penso sempre a questa storia quando rifletto sull’effetto della percezione della realtà e sulle nostre abitudini dettate dalle credenze o dalle illusioni.
Te la riassumo. Il protagonista è un Imperatore noto per essere amante di abiti eleganti da sfoggiare nelle occasioni pubbliche. La sua massima ambizione è quella di essere ammirato da tutti. Un giorno, due malfattori si presentano a corte e si dicono abili nel confezionare vestiti di grande pregio e molto elaborati che però hanno una particolarità: sono invisibili agli stolti.
Quindi solo chi è intelligente li può vedere. L’Imperatore cede a questa opportunità e paga una ingente somma di denaro per commissionare gli abiti ai due farabutti. Quando le persone dello staff dell’Imperatore visionano il lavoro si accorgono che non vedono nulla.
Ma i due sarti truffatori li convincono che se non vedono gli abiti allora sono degli ignoranti. Gli uomini dell’Imperatore, quindi, si ricredono. Il giorno della prima uscita pubblica, lo stesso Imperatore si trova in quella situazione: non vede nulla ma non vuole apparire stupido quindi accoglie con entusiasmo e gioia il lavoro dei due sarti. Tutti gli abitanti del regno fingono di vedere ciò che non vedono per paura di apparire ignoranti.
Applausi, entusiasmo e gioia. Fino a che un bambino nella folla, libero da ogni condizionamento, urla «Ehi, l’imperatore è nudo!». In breve tutta la folla ammise di non vedere alcun abito indosso all’Imperatore. Quanto a quest’ultimo imparò una lezione: il troppo orgoglio gli ha impedito di accettare l’evidenza.
Questo tempo così affollato di informazioni e stimoli non può che spingerci ad avere quel coraggio lì. Quello di notare ciò che altri non vedono e di guardare dove altri non guardano.
Potrebbe essere un viaggio più lento ma certamente più profondo e solido.
“A ridere c'è il rischio di apparire sciocchi, a piangere c'è il rischio di essere chiamati sentimentali. Ad esporre le vostre idee e i vostri sogni c'è il rischio d'essere chiamati ingenui. Ad amare c'è il rischio di non essere corrisposti. Ma bisogna correre i rischi, perché il rischio più grande nella vita è quello di non rischiare nulla.”
Leo Buscaglia
5 modi per mostrare coraggio nella tua comunicazione (e renderla empatica)
Scegli l’ascolto attivo, anche nel digitale. Osserva, ascolta, indaga e cerca di comprendere cosa accade davvero. Cosa sentono le persone e di cosa hanno davvero bisogno.
Lavora sull’autenticità spontanea. Perché quella strategica potrebbe fregarti!
Prenditi quel minuto in più. Ti serve per arricchire le tue mail di quelle spezie che sono le espressioni empatiche.
Racconta di quella caduta. Ancora oggi, nonostante se ne parli molto, la vulnerabilità fa paura.
Sii persistente e paziente: costruire relazioni significative richiede tempo e impegno, ma i risultati possono essere straordinariamente gratificanti.
Noto così tanta stanchezza nelle persone rispetto alla comunicazione. Trovo che essere tra coloro che scelgono di portare nuova linfa a questo modo digitale così affollato e stanco possa essere una buona idea.
Prenditi il tempo per pensarci, se ti serve.
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Un corso gratuito per ragazzi 18-34 anni
Ti lascio un’opportunità: la Regione Lombardia finanzia un corso per i ragazzi dai 18 ai 34 anni che hanno voglia di mettersi in gioco con un’idea creativa. Il corso si chiama “St-art up!” ed è un percorso di mentorship e avvio all’impresa di giovani per l’innovazione digitale, la cultura e la creatività. Completamente gratuito. Unico requisito: essere residenti in Lombardia. Verrà tenuto dalla Società Umanitaria di Milano. Ti lascio il link per te o per persone che conosci.
Una newsletter
Sebastiano Zanolli è arrivato qui su Substack con una newsletter che vibra di belle ispirazioni. Non puoi perderla. Si chiama La Grande Differenza.
Un libro e una newsletter
“Stiamo sprecando Internet” è l’ultimo libro di Antonio Pavolini. Su come scegliamo di usare il digitale. C’è anche la sua newsletter qui su Substack.
“Fatti per correre o per rallentare, c'è anche chi ha deciso di camminare al passo che gli pare.”
“Fuoritempo” - Luciano Ligabue