Ciao!
Questo è il periodo dei buoni propositi e per quanto mi riguarda ogni anno li ho diminuiti sempre più. Fino ad arrivare a uno solo di questi: che poi racchiude diversi obiettivi al suo interno.
Ma prima di svelartelo, ti dico da dove nasce.
Uno degli studi più lunghi al mondo - o forse l’unico di questa entità - è l’Harvard Study of Adult Develepment. Iniziato nel 1938, in piena Grande Depressione, ha come obiettivo quello di seguire la vita di 268 studenti della celebre Università. Del gruppo originale reclutato solo una decina sono ancora in vita, tutti intorno ai novant'anni.
La scoperta sorprendente di questo studio è che le nostre relazioni e quanto siamo felici in esse hanno una grande influenza sulla nostra salute. Come ha evidenziato il direttore dello studio attualmente in carica Robert Waldinger, psichiatra presso il Massachusetts General Hospital e professore di psichiatria presso la Harvard Medical School. "Prendersi cura del proprio corpo è importante, ma prendersi cura delle proprie relazioni è anch'esso una forma di auto-cura".
Le relazioni strette, più del denaro o della fama, sono ciò che rende le persone felici per tutta la vita.
Questi legami proteggono le persone dalle insoddisfazioni della vita, contribuiscono a ritardare il declino mentale e fisico e sono indicatori di vite lunghe e felici rispetto alla classe sociale, al QI o persino ai geni. (Se vuoi approfondire lo studio lo trovi qui).
Di questo studio sapevo da un po’, mi è tornato in mente quando - qualche settimana fa - ho letto la storia di Maria Branyas: 116 anni. Viene considerata la donna più anziana al mondo e in questo momento è sotto osservazione degli esperti di longevità che hanno migliaia di quesiti in testa. La signora Maria, che vive in Spagna, non ha alcun problema di salute: nemmeno quelli tipici delle persone anziane. Ha anche una memoria incredibile: ricorda aneddoti di quando aveva 4 anni. E, senti questa , ha un profilo Twitter (non riesco proprio a chiamarlo X) in cui si presenta così: “Soc vella, molt vella, però no idiota”. (Son vecchia, molto vecchia, ma non stupida).
In un’intervista recente ha dichiarato che i suoi elisir di lunga vita sono: «l’ordine, la tranquillità, un buon legame con la famiglia e gli amici, il contatto con la natura, la stabilità emotiva, molta positività». E spesso, su Twitter, fa riferimento alla necessità di costruire relazioni sane e di eliminare quelle tossiche.
Unendo i puntini arriviamo al buon proposito
Ora, siamo tutti d’accordo che anche la componente genetica abbia un ruolo fondamentale. La signora Maria ha una figlia di 90 anni per capirci. E di certo ci saranno altri elementi di natura biologica da considerare. Ma sta di fatto che unendo i puntini tra lo studio di Harvard e la storia della signora Maria emerge un fatto:
le relazioni sane sono ciò che contribuisce a una vita in salute, felice e duratura.
Che la nostra attitudine e i nostri pensieri influiscano anche sulla salute fisica è ormai assodato. E che le persone che frequentiamo siano una opportunità per evolvere come esseri umani anche. Il tema grande è quanto siamo disposti a investire nelle relazioni.
Per quanto mi riguarda l’ho fatto sempre molto. Ma ancora non come vorrei. Ed è qui il mio buon proposito: investire ancora di più nelle relazioni costruttive e sane. Quelle che si muovono sul terreno della condivisione autentica, dell’affetto, della consapevolezza e dell’onestà.
In questo buon proposito si inseriscono degli obiettivi chiari:
Continuare a tenere alto il numero di caffè con chiacchiere da scrivere nella mia Moleskine con pennarello indelebile. (Sì, non mollo l’agenda cartacea!)
Continuare a chiedere aiuto quando sento di avere la necessità di un punto di vista diverso dal mio.
Alimentare ancora di più la contaminazione tra vite e professioni: quest’anno ho imparato da manager e imprenditori molto lontani dal giornalismo.
Pianificare meglio e aumentare i miei contenuti: perché il mondo digitale è un mondo di relazioni. E donare contenuti è un atto di generosità importante.
Raccontare la mia esperienza perché possa essere utile a chi la intercetta.
Continuare a esserci per le persone che scelgono di camminare con me anche se, a volte, siamo su sentieri paralleli. I valori sono gli stessi e questo basta.
Far crescere il Constructive Network che ho fondato nel 2019 e che oggi conta 180 giornalisti italiani. Lì è tutta relazione!
Parlare, parlare tanto con le persone: online o offline. L’ho sempre fatto (dicono che riesco a parlare anche con i muri) ma voglio farlo ancora di più. Dalle storie altrui si impara sempre molto.
Per far accadere tutto questo serve soprattutto un’agenda ben organizzata. Ed è ciò su cui sto lavorando in questi giorni. Un lavoro impegnativo ma che mi sta dando una grande carica. Perché è ciò che sento.
Ed è su questa scia che ho riattivato il mio blog con un articolo che può essere utile ai giornalisti freelance ma, in realtà, a tutti i liberi professionisti. Parla della riunione più importante da mettere in agenda e puoi leggerlo qui.
Ti ho detto la mia sui buoni propositi. Raccontami i tuoi e dimmi di cosa ti occupi.
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Il cantautore Nick Cave ha un blog che ho scoperto da poco ed è meraviglioso. Si chiama “The Red Hand Files” e racconta il suo senso della vita attraverso le risposte alla mail dei suoi fan.