Eh buon venerdì, oggi arrivo all’ora di pranzo. Ma ho un buon motivo e voglio raccontartelo.
Sto preparando la moderazione di un webinar potentissimo: 13 professionisti e professioniste del mondo digital, un’ora e mezza concentrata di ispirazione e concretezza. Lo spunto è nato dalla mente frizzante di Giulia Bezzi, per me (e non solo per me!) la SEO specialist numero uno in Italia oltre che un’amica preziosa. L’idea è di dialogare su tematiche che riguardano chiunque si svegli la mattina e si metta al lavoro provando a farcela.
La buona notizia: per te è gratuito!
Quindi metti in agenda il 26 settembre alle 18 e raggiungici. Ci si iscrive su Eventbrite.
Sto chiacchierando con tutte e 13 queste esistenze ed emerge spesso la parola “autenticità”. Ne parliamo oggi, ok?
L’autenticità ha a che fare con la presenza.
Il capitolo più amato del mio libro Empatia Digitale è proprio quello sull’autenticità. Segno che è diventata un’esigenza importante per ognuno di noi. Ho provato, nel tempo, a chiedermi cosa fosse per me e mi sono spinta a cercare una risposta.
Credo si tratti di una scelta che ha molto a che fare con la presenza.
Il famoso vivere nel momento di cui ci parlano. Una persona autentica è sincera per prima con se stessa. Questo significa che sa cosa vuole, dove sta andando, quali sono i suoi gusti personali e i suoi valori. Non è una persona che ha necessità di compiacere altri e non pensa che le cose vadano fatte perché “si fa così”. Questa sua posizione determina una grande apertura verso gli altri e la tendenza a far sentire le persone che incontra a proprio agio.
Negli ultimi anni abbiamo fatto fatica a celebrare la nostra autenticità perché ci siamo imbarcati in alcune credenze e abitudini lontane da noi. Una è quella di dover dare un’immagine perfetta di noi attraverso i social media, per esempio. Questo ci ha portati a distruggere un potenziale strumento e a generare dubbi e perplessità in chi legge. Adottando l’ottica costruttiva in cui credo, mi vien da dire che questo momento è quello migliore per allenare la propria autenticità distinguendosi da tutti.
Qualcosa, però, sta cambiando.
Essere autentici significa essere reali, genuini e originali. Il ben noto : essere se stessi, per intenderci. Noi tutti amiamo le persone reali: abbiamo bisogno di percepire l’autenticità di quel che leggiamo o ascoltiamo per innamorarci dei contenuti di qualcuno e per investire in relazioni sane e costruttive. Credo che questo sia l’elemento fondamentale per rendere i social media dei luoghi in buona salute in cui vagare. Talvolta, però, cadiamo nel tranello culturale di considerare le persone genuine come persone deboli.
Non è così, anzi a dirla tutta intravedo qui una scusa per star lontani da chi non avrebbe problemi a darci un’opinione anche scomoda. Chi è autentico con se stesso lo è anche con gli altri. Questo lo porta ad avere un reale interesse per la nostra opinione in fase di ascolto ma anche a dirci come la pensa senza alcuna fatica. Onestamente, non sempre ci piace sentirci dire certe cose. Sebbene sia proprio ciò che ci fa crescere e raccogliere nuovi punti di vista. Fermandoci a riflettere un attimo potresti ricordare di quanto fascino abbiano su di te le persone autentiche: consapevoli della loro unicità non temono il giudizio altrui e sono resilienti, tenaci e coraggiose.
Queste persone qui, quelle che definiamo autentiche, hanno alcune caratteristiche. Sono mie riflessioni personali e sfumature che ho notato e mi sono appuntata:
Non hanno timore di condividere il proprio pensiero che nasce nella loro testa ma prende forma anche all’esterno. Condividono in assoluta serenità ciò che pensano e vivono. Con educazione e rispetto. Senza aspettarsi nulla dall’altro o nemmeno con l’intenzione di convincerlo di essere nel giusto.
Rispondono alle aspettative interne e non a quelle esterne. Alcune persone che conosco molto bene e ritengo essere autentiche, mi raccontano di passare molto tempo a esplorare le proprie credenze, idee e livelli di sapere. Fanno questo ponendosi delle domande che danno loro la direzione e il senso del viaggio in questa vita.
Costruiscono il proprio sentiero. L’autenticità si misura con le azioni: non solo ciò che si pensa o condivide, quindi, ma anche fatti veri e propri. L’esempio che vale più di mille parole. Questo non significa seguire le orme di altri ma costruire il proprio personale viaggio. Gli altri esseri umani restano solo preziose fonti di ispirazione, non modelli da imitare. Chi sceglie di ripercorrere passi altrui non sarà mai autentico. Non esiste un percorso identico a un altro. Esistono viaggi simili, incroci, pezzi di strada vissuti assieme.
Non hanno paura del fallimento. Tornando al punto precedente: uno dei motivi per cui si sceglie di imitare o copiare altri è perché ci appare come una strada facile in quanto già percorsa e con successo. Il problema è che quella strada non è la nostra e questo non la rende efficace. Chi vive nell’autenticità non teme di cadere. Procede, fa esperienze, cade e si rialza. Sa che la vita è apprendimento e ci si butta a capofitto senza paura.
Sono umili. Ogni persona autentica che ho incontrato nella mia vita è umile. Riesce ad ammettere gli errori, a mostrare la propria vulnerabilità e a riconoscere le proprie responsabilità. L’umiltà è una virtù che va allenata e direi che la vita ci offre grandi opportunità per farlo. Umile non è chi si annulla a favore di altri ma chi condivide il proprio essere con spontaneità donandosi.
Non esprimono giudizi su altri. Quando siamo consapevoli della nostra unicità riusciamo anche a rispettare quella altrui. Nessuna aspettativa ma solo ascolto e accoglienza. Ogni persona ha la sua storia, il suo percorso e i propri valori. Non esiste un giusto o sbagliato assoluto. Ognuno di noi ha la propria scala di valutazione interiore: quel che è giusto per me può non esserlo per te. E anche quando si compiono azioni riconosciute come sbagliate dalla società, siamo certi che chi le compie non si senta nel giusto? Cosa lo ha spinto ad agire così? Fosse anche un’instabilità emozionale oggettiva, per lui era giusto compierlo.
Hanno una solida autostima. Non quella dei narcisisti, sia chiaro. Inserita nelle peculiarità che abbiamo visto in queste pagine, l’autostima autentica consente di accogliere le critiche con serenità, di restare sul percorso senza elevarsi a un podio narcisista o abbassare gli altri per farci notare meglio. È la capacità, quindi, di accogliere sia i feedback positivi che negativi e conoscere i lati del proprio carattere su cui sarebbe bene lavorare. Sempre nell’ottica della crescita costruttiva.
Essere genuini e autentici è vitale per creare buone connessioni nella comunicazione digitale. Qualunque sia la tua storia, le regole della buona condivisione sono sempre le stesse. Cambia il contenuto ma non cambiano le modalità e i valori da onorare. Non condividere ciò che non ti rappresenta e che non parla davvero di te. Soprattutto non sprecare l’occasione di arricchire il mondo con quello che ti appartiene davvero.
Buon weekend
Assunta
I semi che ho piantato e di cui mi prendo cura 🌱
Il 30 settembre dalle 10.00 sono a Roma (alla Limonaia) per Il Community Meeting 2024 della Comunità di Pratica di Coaching. Il titolo del mio intervento è “"𝐋'𝐞𝐬𝐬𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐮𝐦𝐚𝐧𝐚 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐦𝐮𝐧𝐢𝐜𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐢𝐠𝐢𝐭𝐚𝐥𝐞: 𝐞𝐦𝐩𝐚𝐭𝐢𝐚 𝐞 𝐚𝐮𝐭𝐞𝐧𝐭𝐢𝐜𝐢𝐭𝐚̀". L’incontro è aperto anche agli esterni su richiesta e fino ad esaurimento posti. Rispondi a questa mail se ti interessa partecipare.
Il 24 ottobre alle 18 sono a Padova per una serata di chiacchiere e condivisione sull’Empatia Digitale. Sempre con Giulia Bezzi (l’ideatrice del webinar di cui ti ho parlato). E sì, si parlerà anche di autenticità. L’ingresso è gratuito, i posti limitati e ci si iscrive qui.
Parole e pensieri utili per te 📌
Mario Moroni, podcaster e moderatore di eventi, ha colto nel segno: a me ha fatto stringere la pancia e riflettere molto. Non voglio dirti di più. Leggi l’ultima puntata della sua newsletter. Ti scrivo solo un numero: 14.600 giorni.
“Diventare sé stessi” è una puntata del podcast di Davide Francesco Sada. Il suo ospite è Andrea Pezzi, imprenditore oggi ma un tempo autore e conduttore televisivo. Potente è la parola giusta. Più di 2 ore da assaporare con consapevolezza e un blocco degli appunti. Eccola qui. (E fatemi dire grazie al mio amico Riccardo, creativo e curioso che mi passa sempre gioielli preziosi. Come questo).
Ho ripescato questo articolo che mi sono salvata anni fa. Parla della descrizione degli abiti delle persone fatta dai giornalisti sui media. I vestiti sono un linguaggio da non sottovalutare. Goditelo.