Basta notizie! O forse no...
Lo diciamo ma poi mica è facile. Provo a darti qualche suggerimento utile per informarti senza sofferenza.
Ed eccoci al termine della prima settimana del vero rientro. Mi viene da chiederti come stai. Non è sempre facile lo so, ma prima o poi occorre riprendere le fila di tutto.
Ho trascorso una settimana a rispondere mail e fare call per nuovi progetti in partenza. Molti di questi riguardano il Constructive Network che ho fondato e che si occupa divulgare il giornalismo costruttivo in Italia. Un approccio all’informazione a cui tengo molto e che studio dal 2013 con grande soddisfazione. Una vera sfida che mi porta spesso a dover rispondere a pregiudizi sulla professione del giornalista.
Ho imparato, in questi anni, che ogni volta che le persone criticano quello che facciamo è perché lo conoscono ben poco. Questo mi rende più compassionevole e comprensiva. Anche più accogliente. E credo sia anche la ragione per cui mi impegno quotidianamente nella divulgazione dei concetti chiave del giornalismo in cui credo, che poi ha molto a che vedere con l’empatia e la gratitudine. (A proposito come è andata con la scrittura empatica delle mail?)
Ho anche scritto un libro insieme alla collega Mariagrazia Villa uscito lo scorso giugno: “Inversione a U. Come il giornalismo costruttivo può cambiare la società”. Puoi leggerlo anche se non sei giornalista: apre la mente.
E visto che il tema dell’informazione, anche dati gli ultimi fatti di cronaca, è sempre caldo facciamo che questa puntata della newsletter la dedichiamo a come informarci in modo costruttivo.
Non prima di averti ricordato i prossimi appuntamenti:
Se ti interessa il giornalismo d’inchiesta sul tema ambiente ti segnalo un corso molto interessante e stimolante che prevede anche un mio modulo formativo sul giornalismo costruttivo. Sono stata coinvolta dagli amici della testata EconomiaCircolare.com. Parte il 16 ottobre. Trovi le info qui
30 Settembre - Festival del Podcasting a Milano (tieni d’occhio il sito)
29 Settembre - Teatro Sfera di Bussero provincia di Milano - il Festival delle Relazioni Umane. Finalmente posso dirti di più: qui.
Informarsi sì, ma meglio.
Le notizie sono ovunque. Siamo immersi e sommersi: uno smartphone alla mano e possiamo accedere ai social network e ai media digitali. Qualche giornale cartaceo (li leggi ancora?) e la tv di tanto in tanto (la guardi ancora?). Abbiamo il “basta!” sulla punta della lingua ma difficilmente restiamo coerenti. Non informarsi non è la scelta giusta. “Un cittadino istruito è un requisito vitale per la nostra sopravvivenza come popolo libero” ha dichiarato Thomas Jefferson. Su questo credo si possa essere d’accordo.
La realtà però ci restituisce per lo più un’informazione tutt’altro che libera e di sicuro ci immerge in un flusso negativo di notizie che ci fanno male. Molto male.
Uno studio pubblicato sul magazine Health Communication evidenzia che il 16,5% delle 1.100 persone intervistate in un sondaggio online mostrava segni di un consumo di notizie "gravemente problematico", che le portava a concentrarsi meno su scuola, lavoro e famiglia, e contribuiva a fenomeni come il disturbo del sonno. Poco più del 73% ha dichiarato di avere problemi di salute mentale come ansia e depressione e il 61% ha riferito che la propria salute fisica risente della lettura delle notizie. Dati che fanno riflettere e che cerco sempre di tenere a mente come giornalista per evitare di fare questi errori.
L’informazione arriva nella vita delle persone. Noi giornalisti dobbiamo fare pace con questa importante responsabilità, come pubblico è necessario capire come informarsi al meglio. Nika Gueci, del Center for Mindfulness, Compassion and Resilience dell'Arizona State University, ha dichiarato in un’intervista che vivere in uno stato d’ansia continuo, come quello generato dalle notizie, può diventare deleterio per la nostra salute.
La consapevolezza può aiutarci scegliere. Molte volte, quando agiamo quotidianamente, lo facciamo in modo abitudinario e automatico. Potremmo nemmeno pensare a prendere il telefono, che è proprio davanti a noi. Restare nel momento presente ci offre l'opportunità di fare una scelta. Possiamo decidere da cosa farci coinvolgere, con chi relazionarci, quali fonti di notizie guardare e per quanto tempo. Sapere semplicemente che abbiamo una scelta è un passo davvero importante. E se una fonte di notizie o una piattaforma di social media suscita forti sensazioni di disagio, cerchiamo di evitare di restare lì.
L’informazione così come ci viene proposta dal mainstream non va bene. Non ci informa ma ci trasforma in persone ansiose, depresse, ipocondriache (su questo ci torno in una prossima puntata). Cosa possiamo fare?
Ho provato a mettere insieme cinque suggerimenti che potrebbero esserti utili:
Scegli le tue fonti. Impariamo a decidere come è composta la nostra dieta informativa: quali media? Quali piattaforme? Scegliere, come dice la Gueci, è la nostra opportunità. Tra i media che ti posso suggerire prendi nota di questi:
News48.it è il magazine che gestiamo noi del Constructive Network è si occupa solo di giornalismo costruttivo.
SlowNews è un progetto editoriale che si occupa di approfondimenti tematici con i principi del giornalismo lento.
Il Post è una testata che lavora molto bene e che ha un taglio fortemente costruttivo.
Se leggi in inglese The New York Times e The Guardian non possono mancare tra le tue fonti.
Affezionati ai professionisti. Scegli anche i singoli giornalisti che secondo te lavorando bene e cerca di stare nella loro scia, anche quando scrivono o dicono cose che non ti appartengono. Se il taglio è costruttivo è importante avere punti di vista diversi. Chi sono i giornalisti di cui ti fidi?
Vai oltre il visibile. Quello che ci arriva dalle piattaforme social o da Google è ciò che vogliono farci arrivare. Si tratta di notizie che appartengono a una cornice non casuale. Chiediti piuttosto cosa resta fuori da questo flusso? Di cosa non si parla? Ed esplora, potresti trovare l’oro.
Super la prima pagina di Google. Esiste qualcosa anche oltre la prima pagina delle ricerche e di solito è di qualità maggiore: timido, riservato ma di grande valore.
Impara a leggere i dati. Lo so che pensiamo ancora di essere un pubblico passivo che riceve le notizie, ma non è così. Siamo diventati parte attiva del processo informativo quindi dobbiamo essere più preparati se vogliamo essere costruttivi. Non dare nessuna lettura per scontata e cerca di contestualizzare tu i dati. Qui in fondo ti suggerisco un libro che può aiutarti in questo.
Spero siano stati invadenti questi suggerimenti. Tu tieni presente che si tratta solo di nuove abitudini: complesse all’inizio ma poi fonte di grande libertà. Così svilupperai lo spirito critico che occorre per stare a questo mondo.
Ci provi?
Fammi sapere.
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Un libro.
Il libro che più mi ha aiutata a contestualizzare i dati che vengono proposti dalla stampa è Factfulness di Hans Rosling. Una vera bibbia che tutti dovremmo leggere per capire davvero come gira il mondo.
Un articolo.
Nel mio blog - che tra l’altro sto sistemando per una nuova versione presto online - parlo spesso di giornalismo costruttivo, ma direi che se non sai di cosa si tratta puoi partire da questo articolo: Cos’è il giornalismo costruttivo: tra teoria e pratica.
Un progetto.
Tra i fondatori del Constructive Network con me c’è Marco Merola che si occupa di crisi climatica e che è l’ideatore del progetto Adaptation: un web doc di taglio costruttivo che esplora le storie di comunità che sono state capaci di adattarsi al cambiamento climatico. Questo progetto è un vanto tutto italiano!
Restiamo in contatto anche altrove 😀
Se desideri conoscere di più su di me ti suggerisco di fare un giro sul mio sito AssuntaCorbo.com oppure di cercarmi sui social network: Facebook - Instagram - Twitter - Linkedin
Ho scritto qualche libro sulla gratitudine, la comunicazione e il giornalismo costruttivo: li trovi tutti qui
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