E rieccomi qui da te. Ciao!
La newsletter di questa settimana era pronta già martedì. Ho voluto trattare il tema dell’intelligenza artificiale per chi si occupa di contenuti e storie. Non la leggerai oggi, però.
È successo che sono stata a un evento, ero in platea e ho pianto, poi riso, poi pianto ancora. Mi sono commossa più e più volte ascoltando quattro storie. Non ho resistito, sono tornata a casa questa sera ed eccomi qui. Sono le 21.00 di giovedì 13 marzo e sono entrata nel flusso della scrittura.
Cosa posso farci? Mi innamoro delle storie, le trovo così irresistibili. Sento le vibrazioni che emanano e le trovo urgenti. Meritano di prendersi il loro spazio e andare nel mondo. Conquistarlo magari.
Potevano aspettare? Forse sì. Ma perché?
Quindi eccomi qui, te le racconto così come le sento ancora dentro di me.
Ma prima.
Ti ho già detto degli eventi di Marzo, li ripeto : si parte stasera da Udine alle 18.00 alle Librerie Paoline con la presentazione del mio Diario della Gratitudine in dialogo con Vincenzo Varagona, autore del libro sul cardiochirurgo pediatrico Carlo Marcelletti moderato da Giovanni Leva.
Poi si continua:
15 marzo ore 9.00-13.00 - Centro Culturale Paolino d’Aquileia - Convegno “Giornalismo è relazione verso un nuovo modo di comunicare”. Se sei giornalista ci sono anche i crediti formativi con iscrizione su www.formazionegiornalisti.it . Ingresso gratuito.
18 marzo ore 19.00 - 21 House Of Stories Navigli . Milano - Una serata con Italia che Cambia!, magazine di giornalismo costruttivo partner del Constructive Network. Sul palco con il direttore Daniel Tarozzi, il vice-direttore Andrea Degl’Innocenti e il co-fondatore di ènostra Gianluca Ruggeri ci sarò anche io. Ingresso gratuito. Ci si registra qui.
20-21 Marzo - Manfredonia - Marketing Fest - Evento gratuito in cui parlerò di come portare il giornalismo costruttivo nella narrazione delle imprese turistiche. Ingresso gratuito. Info e biglietti qui.
E se fossimo qui per rinascere ogni volta?
La Chiesetta di San Carlo alle Rottole è un luogo di grande suggestione che amo particolarmente. Risale al XII secolo e prende il nome dal quartiere milanese delle Rottole che, fino al XIX secolo, era un’area cittadina di stampo rurale con qualche cascina e questa piccola Chiesetta. Siamo su via Palmanova, a Milano.
“Là dove c'era l'erba ora c'è una città” cantava Adriano Celentano a proposito di un’altra via milanese. E così nell’ottobre del 1963 la Chiesetta, già sconsacrata, viene rasa al suolo dall’azienda costruttrice dei palazzi intorno. Prende vita una rivolta che porta, nel 1966, alla sua ricostruzione sulle macerie rimaste. Sono seguiti anni di utilizzi svariati - mai religiosi - fino a oggi che è tornata a vivere grazie a Paolo Iabichino e a Mirandola Comunicazione. C’è altro su questa Chiesetta simbolo di rinascita che puoi scoprire nell’articolo di Marisandra Lizzi su Medium. Prenditi il tempo.
Ero lì, quindi, in Chiesetta. Seduta ed emozionata come ogni volta. Questo spazio mi dona sempre una bella energia ed è capace di attrarre a sé persone dalle storie più incredibili. A volte passano di qui, altre volte vengono invitate a entrare da chi questi spazi li vive ogni giorno e ne ha fatto ambienti di condivisione, creazione, divulgazione.
Riprendiamo.
Ero lì seduta sapendo di essere stata invitata ad ascoltare 4 storie che si sono nutrite di ispirazione nell’Atelier delle Relazioni, percorso formativo ideato da Mirandola Comunicazione. Sembrava solo questo. Ma ero in Chiesetta, sapevo, dentro di me, che non poteva essere solo questo. Ci sarebbe stato di più.
L’Atelier delle Relazioni nasce per spingerci a tirare fuori ciò che abbiamo dentro e per imparare a stare.
Marisandra Lizzi
Commuoversi.
Merito di Marco che non ha mai perso la speranza.
La vedo lì, emozionata e felice, lucida e concentrata. Ho conosciuto Carlotta Pedercini prima per la sua incredibile penna così delicata e profonda, poi per il suo sguardo curioso e attento. E ora la osservo mentre è pronta a raccontarci di Marco, primo personaggio in cui è entrata in una recita a scuola, che sembrava vivere in lei solo per ricordarle che la scrittura era la sua passione, la sua strada. Ma la sua famiglia ha uno studio dentistico e lei era destinata alla Facoltà di Medicina. Poi ha iniziato ad appassionarsi al cinema. E via di film: uno dopo l’altro, li guardava e li viveva. Ne coglieva sfumature insolite, sentiva il potere della cura. Decide di lanciare il suo profilo Instagram Cinema Trauma e di dedicarsi al suo sogno: curare il mondo con i film. Il profilo funziona, le persone le scrivono, Carlotta cresce e definisce nuovi obiettivi. C’è anche la scrittura tra questi. “Ho fatto della mia urgenza una missione e della mia missione la mia attività - ci dice durante la presentazione. La voce è decisa, lo sguardo è fermo su di noi. La sensazione è che il suo cuore stia ballando di vita, di gioia, di soddisfazione. Carlotta non ha seguito la strada prevista per lei, o forse sì…ma in un modo più suo.
E mi sono commossa.
Non ho fatto Medicina ma le persone le curo lo stesso.”
Carlotta Pedercini
Riflettere.
Tutte le persone che vogliono restare devono poterlo fare.
Laura Ciarmela sorride. Lo fa sempre quando guarda negli occhi una persona: è appassionata ed entusiasta. Sento forte la sua emozione e la sua urgenza. Ci mostra delle foto e ci racconta una storia: Santo Stefano è un paese di 1090 abitanti che si trova sull’Aspromonte, in Calabria. È uno di quegli innumerevoli e affascinanti piccoli borghi d’Italia che stanno morendo: le persone vanno via perché le opportunità non ci sono. Le case si svuotano, le attività chiudono, le vite rinascono altrove. Molte di loro, però, restano legate a quei ricordi, profumi, immagini e attimi che talvolta si fanno insistenti nella memoria. “Bisogna raccontare di più le storie di chi resta - ci dice Laura - e connettere le risorse che già esistono”. Montagna Easy è il nome del progetto a cui si sta dedicando che si delinea su tre punti: formazione, Forest Therapy e condivisione del sapere. Il tutto ispirato dal concetto di Good Business di cui ti ho già raccontato qui.
E ho riflettuto.
Partire è un diritto, ma lo è anche restare.
Laura Ciarmela
Innamorarsi.
Sono stati loro a farlo accadere: Picasso, Rosi, Dante e Poppy.
Si è alzata dalla sua sedia in prima fila, ha raggiunto il leggìo e ha iniziato a raccontarci di quanto desiderasse, da ragazza, diventare veterinaria. Ma c’era l’azienda di famiglia e quindi non ha avuto scelta. “Non ho ascoltato il mio sentire - gli occhi lucidi di Natalia Gandolfi prendono queste poche parole e le portano nella profondità di ognuno di noi. Chissà quanti dei presenti potrebbero affermare la stessa cosa. Ci pensa la vita a donarci gli insegnamenti di cui abbiamo bisogno. Per Natalia è stata la malattia, un cancro. “Sono guarita grazie a loro: Picasso, Rosi, Dante e Poppy, i nostri quattro asini - gli occhi sempre più lucidi, la voce traballa, la Chiesetta è in silenzio. Così ci racconta della sua rinascita, del progetto Ragliando s’mpara, l’associazione creata con la sua famiglia per educare e sensibilizzare al rispetto delle persone fragili con l’aiuto di Picasso, Rosi, Dante e Poppy. “Se hanno salvato me possono salvare anche altre persone - aggiunge Natalia mentre ci racconta del progetto di creare spazi al chiuso per le loro attività e dell’idea di lanciare un crowdfunding. Siamo a Salsomaggiore Terme, in Emilia Romagna.
E mi sono innamorata.
Con Amore si può trasferire Amore.
Natalia Gandolfi
Entusiasmo.
Nonna Luciana, lei sì che ha ragione.
“Mia nonna Luciana è stata la prima donna a lavorare nell’azienda dove è rimasta per 50 anni, fino a quando è andata in pensione” - inizia così la narrazione di Lorenzo Carnielo. Lui le storie le sa raccontare: vive nelle loro pieghe per lavoro. Ci strappa una risata dopo l’altra mentre mette in scena un monologo che sa molto di teatrale. “Dovevo essere il primo laureato della mia famiglia, il self made man - dice - quello che aveva fatto mia nonna lo avrei fatto io”. E in qualche modo a 22 anni si ritrova proprio a essere quella roba lì: il self made man. Inizia a lavorare alla Scuola Holden, si trova in una stanza solo con Alessandro Baricco, fa un un lavoro che gli piace, conosce autori e autrici e menti brillanti. Tutto sembra funzionare alla grande. Sembra. Lorenzo ha 22 anni e una domanda: “ma se va tutto bene, perché sto così male?”. Poi un incontro e l’illuminazione: “il self made man è morto e ha fallito”. Comincia ad ascoltarsi davvero e crea Abracabook: la lettura come gesto rivoluzionario. Genera un manifesto, organizza eventi pazzeschi. La cosa funziona e il suo motto diventa: “Cool thing with cool people” (“Progetti fighi con persone fighe”). Ora non vuole fare altro che questo.
E mi entusiasmo.
Meno baggianate, Lorenzo, taci e fai.
Nonna Luciana
“Come si fa a resistere a queste storie?”
È la prima cosa che mi viene in mente mentre asciugo gli occhi noncurante della possibilità che il mascara mi sia colato. Mi faccio questa domanda ad alta voce mentre guardo negli occhi Francesco Sicchiero e Iacopo Mancini, team Mirandola Comunicazione. E li ringrazio. Perché qui non c’è altro che si può fare o dire. La gratitudine ha riempito la stanza.
Sono grate le voci che hanno raccontato.
Lo sono i cuori che hanno ascoltato.
Lo è chi sa di aver contribuito a far accadere qualcosa.
Carlotta, Laura, Natalia e Lorenzo: 4 storie di vita vissuta, di sogni tenuti a bada che poi sono esplosi, di urgenze e di determinazione. Sono storie che vogliono urlare al mondo la possibilità di esistere. Sono atti rivoluzionari, ognuno a proprio modo, che restituiscono speranza.
Hai idea di quante storie simili possono esserci intorno a noi? Io credo un’infinità.
Il resto del pomeriggio l’ho trascorso passando da un appuntamento all’altro in città. Ma ero ancora lì, nella Chiesetta a nutrirmi di quella vulnerabilità che ho sentito fino all’ultima cellula del mio corpo. Una forza inarrestabile.
Potevo non mettermi a scrivere?
Ho avuto anche io la mia urgenza. E l’ho voluta condividere con te.
Assunta
Quanta meraviglia nelle tue parole, grazie ❤️
Come mi dispiace aver perso
la data di Udine 😢