Faremmo bene a parlarne
Cinque suggerimenti per parlare con i bambini di cosa accade nel mondo
Buon venerdì, l’ultimo di ottobre.
Mi sono chiesta spesso come poter parlare ai bambini e ai ragazzi di quello che accade nel mondo. Non possiamo più fare finta di niente: leggono, ascoltano e guardano. Se li lasciamo nel loro flusso emotivo potremmo alimentare la loro confusione. E destabilizzarli non poco.
La ricercatrice Shauna Tominey dell’Università dell’Oregon, specializzata in educazione dei genitori, sostiene che avere conversazioni complesse con i bambini è importante perché rappresenta un’opportunità per rafforzare il proprio rapporto con loro, aumentare la loro resilienza e promuovere una società più compassionevole.
Stiamo parlando di conversazione che a volte ci pesano troppo. Ci sono alcune strategie che possono tornarci utili, secondo la Tominey. Sono cinque e te le riporto qui:
Andare oltre i titoli delle notizie. Quanto siamo sommersi da notizie stressanti e spaventose è cosa nota. I titoli, in particolare, offrono spesso un gancio negativo e sensazionalistico che non sempre trova riscontro nell’intero articolo proposto. Prendersi il tempo per andare oltre i titoli e apprendere di più può accrescere la nostra conoscenza e comprensione di un argomento. Risultato: ci sentiamo più a nostro agio nel parlare con i bambini in modo appropriato di alcuni argomenti.
Rispondere alle domande onestamente. Le conversazioni con adulti di fiducia aiutano i bambini a dare un senso al mondo che li circonda. I bambini sono curiosi e hanno domande su ciò che vedono e sentono. Man mano che crescono, cercheranno informazioni su argomenti che non capiscono. Avranno accesso a molte diverse fonti di informazione, alcune delle quali potrebbero non essere sicure o affidabili. Se si sentono a proprio agio nell'approcciarsi agli adulti è più probabile che tornino da quegli adulti per continuare a conversare man mano che crescono.
Gestire le emozioni e favorire la resilienza. Parlare di argomenti tristi o spaventosi può suscitare molte emozioni diverse sia per noi che per loro. Rassereniamoli: va bene provare quelle emozioni. Aiutiamoli a esprimere i propri sentimenti e condividiamo i nostri.
La vulnerabilità è sempre una grande maestra.
Troviamo modi per fare la differenza. Tominey suggerisce due domande: "Cosa pensi che potremmo fare per essere d'aiuto?" e "Cosa puoi fare per prenderti cura dei tuoi amici che si sentono spaventati o tristi?". Invitiamoli a condividere esempi di ciò che le persone fanno per aiutarsi a vicenda. Ci sono storie di grande valore nel mondo. Cerchiamole.
Concentriamoci sull'umanità. Parliamo delle diversità e delle diverse identità e tradizioni che esistono nel mondo. Del resto fa parte della loro quotidianità relazionarsi con bambini provenienti da culture differenti dalla nostra. Avere conversazioni che si concentrano sull'umanità permette ai bambini di vedersi come parte della stessa comunità globale.
Il mondo è complesso per noi adulti. Figuriamoci per i bambini e i ragazzi che stanno crescendo. Il dialogo resta un’opportunità per farla crescere. E già che ci siamo facciamogli sapere che esistono le brave persone. Questo è quello che vuole fare anche il giornalismo costruttivo di cui ho scritto la scorsa settimana.
Tutto questo vale qualunque sia la relazione con i bambini.
Buona riflessione
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